30/01/2020

Cos’è la borsite trocanterica, come si manifesta e come si cura

Le borse trocanteriche favoriscono lo scorrimento tendineo e ammortizzano gli urti, preservando i tessuti deboli. Cosa succede se si infiammano e non riescono a svolgere la loro funzione? 
Nella nostra ultima news vi parleremo dei sintomi, delle cause e delle possibili soluzioni riabilitative da intraprendere al manifestarsi della patologia. 

Cosa s'intende per borsite trocanterica? 

La borsite trocanterica - anche nota come sindrome dolorosa del gran trocantere - è una patologia infiammatoria che interessa una o più borse sinoviali dell’epifisi prossimale del femore. Normalmente sono sgonfie e di piccole dimensioni, ma in caso di infiammazione tendono a diventare più grandi e a provocare dolore nella sede interessata. 

Quali fattori possono causare l'infiammazione? 

La sindrome dolorosa del gran trocantere è prevalentemente riconducibile a cause meccaniche e si manifesta quando i muscoli o i tendini sfregano sulla borsa e la spingono contro il femore, provocando dolore di diversa intensità. Spesso si manifesta in seguito ad una contusione in corrispondenza di un trauma da caduta o da contatto pesante. 
Inoltre, la patologia può insorgere anche a causa di alcune condizioni croniche come:

  • Scoliosi 
  • Differenza di lunghezza delle gambe 
  • Debolezza dei muscoli dell’anca 
  • Osteoartrosi 
  • Calcificazioni dei tendini del grande gluteo 
  • Artrite reumatoide

I soggetti maggiormente esposti sono gli sportivi, con particolare riferimento ai giocatori di rugby o di altri sport prettamente fisici. Con meno frequenza si manifesta nei soggetti che praticano ciclismo o corsa, anche se il trauma ripetitivo può in qualche maniera influenzare l’insorgere della patologia. 

È possibile prevenirla? 

Alcuni fattori come disequilibri muscolari, debolezza muscolare e l’eccessivo affaticamento possono aumentare la possibilità di infiammare le borse trocanteriche. Si consiglia quindi di seguire una serie di accorgimenti come: 

  • Impegnarsi nell'adozione di una postura corretta 
  • Indossare calzature adeguate 
  • Mantenere il peso forma e un’attività motoria regolare.

Quali sono i sintomi più comuni? 

Il sintomo principale è il dolore, lieve o intenso, localizzato lungo la coscia esterna, il fianco e il ginocchio. La manifestazione dolorosa può aumentare o diminuire a seconda della postura e dei movimenti: solitamente è più acuto durante la deambulazione e nelle ore notturne. 
Nei casi più gravi il dolore è associato a rossore e gonfiore localizzati sul lato del fianco interessato e può avere delle complicazioni, tra cui: 

  • Peggioramento della qualità della vita e difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane 
  • Alterazione del sonno 
  • Sovraccarico dell’arto sano 
  • Compromissione motoria 
  • Indebolimento muscolare 
  • Tendenza alla cronicizzazione dell’infiammazione 

Come si effettua la diagnosi? 

La palpazione morbida della borsa è il segno clinico più caratteristico, ma in alcuni casi potrebbe essere utile effettuare un’ecografia o una risonanza magnetica per conoscere più a fondo la gravità dell’infiammazione. Insieme all’analisi dei sintomi e ad un esame obiettivo, l’ortopedico o il fisiatra stabilirà se si tratta di una complicazione anatomica o posturale e la successiva cura da seguire. 
La terapia medica è spesso molto efficace, sia per via orale che per via infiltrativa: fans o cortisone i farmaci più utilizzati.Nella maggior parte dei casi la borsite guarisce nell’arco di sei settimane, anche se questo dato è molto soggettivo e può variare dal tipo di infiammazione, dalle condizioni generali dell’organismo e dalle cause scatenanti. 

In cosa consiste la fisioterapia per la borsite trocanterica? 

Dopo la valutazione della storia clinica del paziente, il fisioterapista può intervenire con tecniche di terapia manuale - come esercizi di scarico e massaggi della zona interessata - al fine di migliorare il movimento fisiologico dell’articolazione. In alcuni casi è indicato il ricorso alle terapie fisiche come laser ad alta potenza, gli ultrasuoni o la diatermia. Dobbiamo prevedere poi un programma di riequilibrio muscolare di tutte le coppie muscolari che interagiscono nell’articolazione, in particolar modo adduttori-abduttori.