La fascite plantare è una patologia del piede molto diffusa che si manifesta con dolore localizzato nella parte interna del tallone. È molto frequente negli sportivi, ma può insorgere anche nei soggetti in sovrappeso, nelle donne in gravidanza e nelle persone che tendono ad avere abitudini sedentarie.
Cosa si intende esattamente con il termine fascite plantare?
È così definita la patologia che si manifesta a causa di una infiammazione a carico del legamento arcuato, ossia la fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita. Questo legamento - che serve a stabilizzare e sorreggere l’arco plantare longitudinale del piede - svolge un ruolo importante nella trasmissione del peso corporeo al piede mentre si cammina e/o si corre.
Solitamente questa condizione è il risultato di un uso eccessivo e ripetuto del piede, causa di molteplici e diffusi micro-traumi. Inoltre, esistono alcuni fattori predisponenti, ad esempio:
Generalmente - nonostante possano essere presenti dei fattori predisponenti - il problema si presenta per un insieme di sollecitazioni eccessive rispetto alle capacità soggettive del piede di accomodare gli sforzi.
Nella maggior parte dei casi il disturbo si manifesta con dolore sotto la pianta del piede e nella parte interna del tallone. La sintomatologia dolorosa può verificarsi già al risveglio e tende ad aumentare quando si calpestano superfici rigide, si salgono le scale o quando si cammina a piedi nudi.
Durante l’attività sportiva, insorge solitamente nelle fase di riscaldamento per poi scomparire man mano che l’allenamento prosegue.
Il medico fisiatra o l’ortopedico effettuano una visita medica specialistica durante la quale si verificano la presenza e la sede del dolore. Se necessario, possono essere richieste delle indagini strumentali - ecografia, risonanza magnetica (RMN), radiografia sotto carico - per lo studio del cavo plantare.
Il trattamento della fascite plantare è solitamente trattato in due distinte fasi:
1. Riposo funzionale e controllo dell’infiammazione
In fase iniziale, la fascite plantare deve essere trattata con un trattamento conservativo, utile per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione locale.
Si consigliano: applicazioni di ghiaccio locale, utilizzo di calzature adeguate, sospensione momentanea delle attività sportive.
Per ridurre i tempi di recupero ci si può sottoporre a terapie fisiche come la tecar o l’ultrasuoni, a seconda delle indicazioni del medico.
2. Recupero della funzione articolare e muscolare, controllo propriocettivo
Risolta la fase acuta è opportuno restituire forza ed elasticità alla fascia plantare e a tutto il complesso della muscolatura di piede e caviglia.
I trattamenti di riabilitazione effettuati con il fisioterapista comprendono:
A queste attività devono essere associati esercizi di stretching attivo e passivo da svolgere in un programma giornaliero a casa (home program).
Questa patologia può risultare molto invalidante e talvolta richiede alcune settimane per il completo recupero.
Tuttavia, se l’inquadramento medico specialistico è corretto e tempestivo e se il programma riabilitativo è svolto con costanza, il recupero è sempre completo.