La frattura del malleolo è un infortunio piuttosto comune della caviglia, caratterizzato dalla rottura di uno o più malleoli. Si manifesta sotto forma di dolore acuto alla caviglia, gonfiore localizzato, ematomi, ridotta mobilità della caviglia e impossibilità o difficoltà a camminare.
Vediamo le cause, le terapie conservative e il ruolo della fisioterapia per una corretta guarigione.
Nella maggior parte dei casi, le fratture sono la conseguenza di un trauma ad alta velocità dovuto ad una caduta accidentale durante la vita quotidiana, il cammino o la pratica sportiva.
In genere, se la frattura non è scomposta, è sufficiente stare a riposo e immobilizzare la caviglia - tramite gessatura o tutore - per almeno 5-8 settimane. Ai pazienti inoltre, si consiglia l’utilizzo di stampelle per evitare l’appoggio a terra.
L’intervento chirurgico è necessario in caso di infortunio grave, ossia quando i frammenti ossei sono distanti oppure ostacolati nell’avvicinamento. In questi casi, la chirurgia di osteosintesi riposiziona i frammenti ossei nella posizione anatomica corretta, fissandoli con viti e piastre. A seguito dell’intervento sono previsti l’immobilizzazione della caviglia e l’uso delle stampelle.
Le tempistiche di ripresa variano in base alla tipologia di intervento e alle condizioni del paziente: solitamente sono necessarie diverse settimane per un recupero completo (12/20 settimane).
Dopo il periodo di riposo e l’immobilizzazione forzata, il piede e la caviglia potrebbero risultare gonfi, rigidi, deboli e doloranti. In queste circostante seguire un ciclo di sedute fisioterapiche è fondamentale per:
A volte può essere necessario ricorrere a terapie fisiche antalgiche, ma fondamentalmente la terapia prevede un percorso riabilitativo completo di: