La protesi al ginocchio viene effettuata per rimpiazzare i comparti osteocondrali del ginocchio ormai troppo usurati. In cosa consiste il progetto riabilitativo e quando si può tornare a praticare attività sportiva? Approfondiamo l’argomento con la Fisioterapista Azimut Elena Negro.
Le protesizzazioni di ginocchio sono in continuo aumento in tutti i paesi occidentali. Il prolungamento delle aspettative di vita, la sedentarietà lavorativa e l’aumentata volontà di cura - unite al miglioramento dei materiali e delle tecniche chirurgiche frutto di un’avanzata ricerca scientifica - hanno fatto sì che gli interventi di protesi al ginocchio diventassero sempre più numerosi.
Le protesi possono essere:
A seconda della chirurgia subita, dalle condizioni pre-operatorie (età, peso, patologie associate) e dalle richieste funzionali, si definisce il programma riabilitativo più idoneo.
Normalmente il carico, seppur protetto dalle stampelle, viene concesso sin da subito. Nelle primissime fasi va mobilizzato il ginocchio senza scatenare dolore e flogosi, già presenti e dominanti a seguito dell’intervento.
L’obiettivo principale è il raggiungimento precoce dell’estensione completa della gamba: soprattutto nella prima fase post-operatoria, il massaggio e il drenaggio linfatico sono fondamentali.
Non appena le suture chirurgiche lo consentono, si può intraprendere l’idrokinesiterapia in una vasca idonea (per temperatura e modalità di accesso). L’immersione in acqua infatti, permette di:
L’esercizio terapeutico funzionale è il momento fondamentale del programma riabilitativo: permette di riportare il paziente a quelle abilità motorie ormai perdute e di reintegrare l’arto operato nei principali pattern motori.
Prima di consentire il ritorno alle attività sportive, si deve effettuare un rinforzo muscolare generale per garantire una migliore e più duratura autonomia.
La protesi però, a volte, può impedire che si torni a praticare un’attività sportiva a livello agonistico. Anche nei pazienti più giovani - sempre più numerosi - alcune attività devono essere bandite per non incorrere in usura precoce, mobilizzazioni o cedimenti dell’impianto.
Il ritorno alle condizioni pre-operatorie comunque, è possibile per tutti: spesso la qualità della vita migliora e si ritrova anche il piacere di piccole attività ricreative che prima sembravano impossibili.