29/01/2018

La cuffia dei rotatori della spalla: patologie e riabilitazione

Milco Zanazzo, il nostro Fisioterapista del team Azimut nella sede di Biella, è anche socio dell'European Society for Shoulder and Elbow Rehabilitation. Oggi lo intervistiamo proprio sulla spalla, ci aiuterà a conoscere meglio questi muscoli: le patologie collegate, quando è necessario intervenire chirurgicamente e come si svolge la riabilitazione. 

Quando si parla di spalla, cosa s'intende per cuffia dei rotatori?

Con cuffia dei rotatori si intende il complesso muscolo tendineo della spalla composto dai muscoli rotatori profondi. Identificabili singolarmente come sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare. Nel loro insieme avvolgono la testa dell’omero appunto come una cuffia e provvedono all’effettuazione della rotazione interna ed esterna dell’arto superiore.

Molte persone vengono operate oggi per patologie ad essa collegate?

Le patologie della cuffia sono diverse e prevedono diversi approcci di trattamento, non sempre chirurgici. Le tendinopatie in età giovanile vengono trattate conservativamente, ovvero con la riabilitazione che solitamente prevede un mix di terapia manuale, terapie fisiche ed esercizio attivo di riequilibrio. In età più avanzata invece, solitamente dalla sesta decade di vita, i problemi diventano degenerativi e spesso è necessaria una procedura chirurgica per suturare o reinserire questi tendini alla testa omerale.


Come si svolge la riabilitazione post operatoria?

Nel post operatorio è importante insegnare al paziente come gestire il tutore e come eseguire i primi semplici movimenti di auto mobilizzazione. Con al terapia manuale mobilizziamo l’arto superiore nei gradi concordati con il chirurgo. I primi movimenti attivi invece, preferiamo farli eseguire in acqua. La vasca riscaldata dona grande comfort al paziente perché la spinta di galleggiamento lo aiuta a sostenere il braccio.
Solitamente dopo le prime sei settimane iniziano esercizi funzionali più impegnativi, anche in elevazione, che dovrebbero portare il paziente alla ripresa globale della mobilità attiva.