14/02/2020

Lombalgia nel giovane atleta: quali armi abbiamo a disposizione? Interviene sul tema il Fisioterapista Azimut Federico Sonnati

La lombalgia rappresenta circa il 10% degli infortuni sportivi, con un’incidenza variabile dall’1 al 30% degli atleti a seconda dello sport praticato, si tratta dunque di una parte consistente degli interventi terapeutici che fisioterapisti e medici si trovano ad affrontare. Sull’argomento abbiamo intervistato il nostro Fisioterapista Federico Sonnati.

Quali possono essere le cause?

Il primo compito dell’equipe riabilitativa è di effettuare la corretta diagnosi differenziale: la maggior parte dei pazienti/atleti affetti da low back pain (LBP) presenta degenerazioni discali o/e spondilolisi. Tuttavia, è opportuno escludere situazioni più gravi, quali fratture da stress di sacro e faccette articolari.
La spondilolisi rappresenta una porzione consistente dei LBP presenti in età adolescenziale: la letteratura suggerisce come fino al 30% delle lombalgie nei giovani atleti sia correlata alla presenza di tale patologia.

Come si può risolvere in questo caso?

In tal caso l’approccio più efficace è rappresentato da un periodo di riposo dall’attività sportiva, durante il quale praticare una fisioterapia mirata al rinforzo e al controllo del tronco, per poi riprendere l’attività sportiva utilizzando un tutore lombare. L’intervento chirurgico è logicamente raccomandato esclusivamente ai casi di spondilolisi che non rispondessero ai trattamenti conservativi, così come necessitano di essere operate solo le erniazioni espulse in cui l’approccio conservativo abbia fallito.

E nel caso di lombalgia aspecifica?

In caso di lombalgia aspecifica (non specific low back pain nella letteratura anglosassone) la letteratura moderna suggerisce come le evidenze più forti siano rappresentate dal trattamento tramite FANS e dalla terapia manuale, seguiti dall’esercizio, dall’applicazione di calore e dall’uso di miorilassanti. Ogni intervento risulta comunque più efficace del riposo. Nonostante possa sembrare paradossale che un atleta richieda esercizi per risolvere l’infortunio, molti studi hanno dimostrato come proprio gli allenamenti sport-specifici rischiano di causare squilibri nella muscolatura lombare che possono favorire l’insorgenza di dolore a causa delle sollecitazioni alterate a cui costringono le strutture articolari. L’esercizio mirato, di rinforzo o di controllo motorio,  a seconda del quadro clinico, ha il compito di ripristinare l’equilibrio perduto. 
Il terapista ha dunque il compito di ricondizionare la schiena al carico tramite terapia manuale, esercizio attivo e allenamento aerobico, quest’ultimo particolarmente efficace nella modulazione degli impulsi nocicettivi.