18/11/2021

Sindrome del tunnel cubitale: riabilitazione o intervento chirurgico?

La sindrome del tunnel cubitale è una delle più comuni neuropatie “da intrappolamento”, seconda solo alla sindrome del tunnel carpale. Approfondiamo l’argomento con Moreno Brustia, fisioterapista Azimut nella sede di Biella. 

Ciao Moreno, quali sono le cause più frequenti? 

Questa condizione può essere causata da numerosi fattori, tra cui: 

  • irritazione cronica del nervo ulnare situato nel gomito
  • iperpressione nel sito di passaggio o trazione del nervo 
  • ipertrofia dei muscoli circostanti
  • modificazioni strutturali dell’articolazione

Alla base di questi fattori ci possono essere traumi - diretti o indiretti - e condizioni congenite, come ad esempio la deformità in valgo del gomito. Possono influire anche atteggiamenti posturali in flessione e movimenti ripetitivi che sollecitano eccessivamente il gomito e creano stress in valgo, come spesso accade agli atleti lanciatori. 

Sintomi e diagnosi della sindrome del tunnel cubitale, cosa puoi dirci?

I sintomi tipici di questa patologia includono: 

  • dolore alla faccia interna del gomito e/o dell’avambraccio 
  • formicolio e intorpidimento al IV e V dito della mano 
  • perdita di forza ai muscoli della mano innervati dall’ulnare 
  • possibili deformità posturali ad artiglio del IV e V dito della mano 

Dopo un’attenta e accurata diagnosi da parte del medico fisiatra, e in base alla gravità della condizione riscontrata, si può optare o per un trattamento conservativo o per un trattamento chirurgico. 

Quando è consigliato il trattamento conservativo e in cosa consiste il Progetto Riabilitativo?

È l’ideale in caso di irritazione nervosa acuta, ha un alto tasso di successo nella gestione di questa problematica ed è consigliato per un periodo di almeno 3 mesi
Nel Programma Riabilitativo vengono definite le modalità e le terapie consigliate:

  • periodo di immobilizzazione con tutore (di solito di 4-6 settimane)
  • modifica delle attività dannose in seguito ad una appropriata valutazione 
  • terapie farmacologiche antinfiammatorie 
  • mobilizzazioni articolari 
  • mobilizzazioni neurodinamiche 
  • elettroterapia (ultrasuoni) ed esercizio terapeutico

Uno dei punti fondamentali del progetto riabilitativo prevede la rieducazione al corretto utilizzo dell’arto colpito e la progressiva modificazione delle attività che possono aver provocato o acuito le problematiche. Il terapista si occupa di valutare la postura e i movimenti errati che vengono svolti nelle abituali attività quotidiane, rieducando quindi il paziente ad un corretto comportamento. Si affiancano, inoltre, il rinforzo muscolare e gli esercizi di recupero dell’articolarità. 

In quali condizioni si sceglie la chirurgia? 

Nel caso in cui il trattamento conservativo non apporti miglioramenti o qualora il grado di compressione sia troppo elevato, si consiglia al paziente una gestione di tipo chirurgica.