27/02/2020

Ai Chi: una nuova possibilità di riabilitazione in acqua

Abbiamo intervistato il fisioterapista Azimut e membro I.A.T.F. Luca Zamprotta sull’Ai Chi come possibilità di riabilitazione in acqua.

Che cos’è l’Ai Chi?

L’Ai Chi è una disciplina ideata da Jun Konno nel 1995 che prende fondamento dalle ricerche letterarie inerenti ai meridiani energetici di Shizuto Masunaga, una personalità nota nel mondo dello shiatsu e della medicina tradizionale cinese e giapponese.
Tale metodica è una trasposizione in ambiente acquatico del Qigong e del Tai Chi, ovvero arti marziali e discipline cinesi di ri-armonizzazione psicofisica.

Qi, Chi e Sistema miofasciale: esiste un punto di incontro?

Secondo la medicina tradizionale cinese il Qi o Chi è la forza vitale che pervade ogni essere vivente e scorre attraverso i meridiani energetici, ovvero un complesso disegno di punti, rami e canali in cui l’energia fluisce collegando tutte le parti del nostro corpo fino ad influenzare anche mente e spirito, determinando l’equilibrio psico-fisico e spirituale dell’individuo.
Nell’accezione scientifica occidentale tali meridiani possono essere comparati al sistema miofasciale, cioè “un organo” composto da muscoli e tessuto connettivo, quest’ultimo presente al di sotto della pelle del nostro corpo e che avvolge, sostiene, separa, unisce, protegge, fornisce coesione ad ossa, organi, muscoli, nervi e vasi sanguigni.

In pratica in che cosa consiste?

L’Ai Chi consta di sessioni di gruppo o individuali in cui il professionista esegue 20 Kata, ovvero posizioni, davanti alla propria classe immersa fino a livello delle spalle e con l’utilizzo di musica rilassante a tema orientale. La respirazione è addominale, i movimenti di arti e tronco vanno eseguiti in modo lento e fluido cercando di creare vuoto mentale e, dunque, concentrandosi esclusivamente sul movimento.

Sono stati condotti studi scientifici in cui è stato utilizzato l’Ai Chi su persone con problemi linfatici, con osteoartrosi, con Parkinson, con Sclerosi Multipla, su anziani con problemi di equilibrio e paura di cadere. E sono stati raggiunti alcuni incoraggianti risultati, come una diminuzione della pressione sanguigna, maggior equilibrio, riduzione del dolore, maggior rilassamento muscolare e minor stress, grazie ad un attento esercizio respiratorio che aiuta a stimolare il sistema vagale.

E riguardo al Clinical Ai Chi?

L’Ai Chi diventa Clinical Ai Chi (CAC) quando il terapista in acqua modifica e adatta alcuni degli originali Kata sulle esigenze del paziente. È possibile introdurre anche resistenze galleggianti per portare la pratica da moderatamente aerobica ad un livello più intenso, se necessario. Oppure, se un paziente ha problematiche ad eseguire alcuni movimenti inerenti, per esempio al distretto spalla, il terapista potrebbe selezionare i kata più adatti al recupero della mobilità della spalla e renderli più ampi, più semplici o inventarne degli altri prendendo spunto dalla posizione originale.

Quindi è una disciplina per sportivi?

Non solo, il Clinical Ai Chi può essere seguito da qualunque persona con problematiche neuro-muscoloscheltriche. Infatti, anche se lo svolgimento di alcuni Kata può risultare faticoso a livello muscolare, il terapista li modificherà in base alle capacità ed esigenze del paziente.

In questo modo la disciplina svolta in Azimut Riabilitazione vuole supportare tutti quei pazienti che vogliano praticare attività fisica e di concentrazione mentale nella nostra vasca riabilitativa riscaldata. Tutti i pazienti - sportivi e non, giovani e anziani - possono giovare dal punto di vista bio-psico-sociale di questa pratica orientale portata in modo innovativo.

Le sessioni di Ai-Chi si svolgono il sabato mattina o in orari e giorni da concordare contattando la segreteria al numero 015 27098.