L’infortunio muscolare può colpire da poche a molte fibre muscolari, fino all’interruzione totale del muscolo, creando un danno alla struttura della fibra muscolare. Vediamo le cause, i sintomi e l’importanza della fisioterapia per garantire il ritorno alle attività sportive.
Gli infortuni muscolari sono particolarmente frequenti negli atleti che praticano sport in cui sono previste sollecitazioni improvvise degli arti, come il calcio, la corsa, la pallavolo, il basket e il tennis.
Anche le persone sedentarie possono essere colpite da questo infortunio: svolgendo delle attività che solitamente non fanno - ad esempio spostando carichi pesanti senza l’adeguato allenamento - rischiano di provocarsi stiramenti o strappi muscolari.
Il meccanismo traumatico che provoca un infortunio muscolare è generalmente un’improvvisa e veloce contrazione muscolare.
La stanchezza - al termine di un allenamento o di una gara - e lo scarso riscaldamento possono comportare la comparsa di infortuni muscolari durante la pratica sportiva.
Nei soggetti sedentari invece, gli infortuni possono avvenire in seguito alla richiesta al fisico di un gesto atletico eccessivo, sia come contrazione sia come allungamento.
In entrambi i soggetti, un fattore che può creare i presupposti per una lesione è la presenza dei trigger points (punti dolorosi) che lungo la fibra può determinare una minore contrattilità o un allungamento non omogeneo.
Generalmente un infortunio muscolare viene misurato in gradi in base alla quantità di fibre coinvolte e all’estensione del danno riscontrato:
La sintomatologia dolorosa si manifesta in differenti modi a seconda della gravità dell’infortunio muscolare:
Quando si sospetta un danno a livello muscolare, è fondamentale indagare la natura del danno, l’estensione, la sede precisa e la quantità delle fibre coinvolte.
L’esame più utilizzato è certamente l’ecografia: un esame veloce, economico e preciso, utile per ottenere immediatamente un quadro completo dello stato muscolare. Nel caso in cui non fosse sufficiente, si può fare affidamento alla risonanza magnetica, utile per studiare più a fondo il muscolo e avere delle immagini più oggettive.
Lo scopo di entrambi gli esami è di fotografare la situazione e dare una stadiazione al danno.
La cura di una lesione muscolare dipende dalla sede della lesione - ossia il muscolo interessato e la zona del ventre muscolare - e dall’entità del danno (stadiazione).
Immediatamente dopo la comparsa dei primi fastidi è fondamentale interrompere l’attività sportiva e applicare del ghiaccio sulla zona interessata. Se l’infortunio coinvolge l’arto inferiore, si mette l’arto in scarico per le prime 24-36 ore, per limitare al massimo il danno ematico.
Il secondo passaggio prevede il bendaggio compressivo e l’elevazione. Successivamente, si procede con un controllo ecografico per valutare l’entità della lesione e determinarne lo stadio.
In caso di una lesione di primo grado, è sufficiente un’interruzione delle attività per circa 2 settimane.
Quando la lesione è di secondo grado, lo stop da ogni attività è di almeno 4 settimane e necessita di essere rivalutato con un ulteriore esami ecografici prima di permettere il ritorno alla pratica.
Se la lesione è terzo grado invece, i tempi sono di almeno 3-6 mesi; in alcuni casi si potrebbe anche valutare l’intervento chirurgico.
Tendenzialmente è sempre necessario un trattamento di natura medico-fisioterapica. Tuttavia, alcune cure naturali potrebbero aiutare la guarigione esclusivamente in caso di lesioni di muscoli superficiali: solitamente si consigliano unguenti a base naturale come la crema all’arnica e il gel di aloe vera. L’applicazione può variare dalle 2 alle 3 volte al giorno, coprendo l’unguento con della pellicola trasparente da cucina per facilitarne l’assorbimento.
La fisioterapia ha lo scopo di velocizzare il processo riparativo, limitare il dolore e ridurre l’infiammazione. Le terapie solitamente più utilizzate sono:
Grazie all’utilizzo delle terapie fisiche, il dolore diminuisce notevolmente già dopo poche sedute.
Altrettanto utile è il massaggio decontratturante al fine di ottenere un effetto trofico sul muscolo. In questo modo si favorisce l’ossigenazione e la diminuzione della contrattura muscolare legata al dolore; inoltre, si migliore l’elasticità della cicatrice. Mediante la terapia manuale, il fisioterapista ha il compito di rendere la cicatrice morbida ed elastica - non fibrotica - dal momento che la fase della cicatrizzazione influisce positivamente o negativamente sulla prognosi di lesione.
Oltre alle terapie fisiche e manuali, il paziente deve seguire un programma di rinforzo muscolare progressivo utile per riportare il muscolo nella migliore condizione possibile e per riprendere l’attività sportiva.
Solitamente il programma riabilitativo comprende:
Non rispettare il proprio corpo potrebbe allungare notevolmente i tempo di guarigione e potrebbe esporre al rischio di una fibrosi muscolare.